venerdì 2 dicembre 2011

Luca Mercalli e la decrescita felice

Sono appena tornata da una conferenza tenuta da Luca Mercalli. Si, quello di "Che tempo che fa", bravi.
A dire il vero è un simpatico e brillante torinese che, prima di tutto, presiede la Società metereologica italiana e dirige la rivista Nimbus. Ha studiato scienze agrarie in Italia e climatologia in Francia. Si occupa di crisi climatica ed energetica da vent'anni.
Questa sera, col pretesto di presentare il suo libro PREPARIAMOCI, ci ha illustrato quali possono essere gli strumenti, tecnici ed intellettuali, di oggi per non risentire del collasso di domani, collasso di natura globale (sociale, economico, politico, ambientale) che inevitabilmente ci colpirà in un tempo non così futuro.



A mio parere l'imperativo che conta di più è questo: Fare Subito con Pensiero Positivo.


Posto che il sistema economico capitalista ha ormai dimostrato di non valere e posto che lentamente dovrà essere sostituito da un nuovo modello più sostenibile, nel frattempo cosa possiamo fare per contribuire ad un modo di vivere nuovo, contagioso e capace di autoalimentarsi?
Non sprechiamo. Banale, lo so. Ma praticato poco. Puntiamo sui bisogni primari e lasciamo quelli voluttuari per un minor numero di occasioni. Nessuno dice di vivere alla francescana, ma se prima ti compravi le tue scarpe preferite 4 volte l'anno, ora lo fai una. E nel resto del tempo, oltre ahimè a lavorare, ti ingegni. Subito però. Non pensare troppo, fallo.
Io ad esempio ho attuato una serie di comportamenti che trovo non solo utili, per la mia salute e per l'ambiente, ma molto stimolanti, creativi e poco dispendiosi.
Penso sia superfluo citare la raccolta differenziata, comunque se non la fate iniziate. Ormai fanno contenitori di tutti i tipi, anche carini e spiritosi. Io ho i tre sacchi di IKEA, pratici e anche di minimal-design che sta bene ovunque.


Mi sono comprata i mobili della casa nei mercatini dell'usato o li ho "raccattati" qua e là, vecchi mobili cosiddetti della nonna che sarebbero andati buttati. Quindi comprati a prezzo bassissimo (50-60 euro l'uno) o regalati. Me li sono sistemata da sola (a dire il vero col valido aiuto di un'amica che però ne sapeva quanto me), pur non essendo del settore. Ho cercato tutorial e informazioni su internet e in pochi mesi avevo dei mobili bellissimi, rivisitati secondo il mio gusto.







 Poi mi faccio i biscotti, il pane e lo yogurt in casa.



Se posso preferisco comprare ai mercatini dell'usato o scambiare ai mercatini-baratto vestiti, accessori o articoli per la casa.


Non ho spazio per un orto, ma mi sono ritagliata un piccolo pezzetto di terra per tutte le piante aromatiche che mi piacciono. E' un inizio, no?


Nei miei progetti ci sarebbe l'dea della cohousing, splendido sistema che permette a più persone -che si conoscono, che scelgono di stare insieme- di comprare un terreno, dividendo le spese, e di costruire varie unità abitative con spazi privati ma anche con spazi comuni (lavanderia, garage, palestra, piscina, biblioteca). Le spese si abbattono, la convivialità ci guadagna. Nei paesi scandinavi ed anglosassoni funziona già. In Italia è approdata solo in grandi città tipo Milano. Se ne volete sapere di più guardate  qui.




Altro sogno sarebbe, altrimenti, farmi ex-novo o ristrutturare una casa solo mia, secondo le regole della coibentazione e dell'eco-bio-architettura. Spendi di più all'inizio, ma ci guadagni assolutamente in seguito, sia in bollette che in salute tua (meno umidità, meno freddo, più verde, materiali non nocivi) e dell'ambiente (energie rinnovabili tramite i pannelli fotovoltaici e minor produzione di CO2). Qua capirete che cos'è una casa passiva.

Infine, ribadisco, stop ai lamenti e al pessimismo. Stop alle deleghe agli altri (politici, insegnanti, sociologi, giuristi, economisti). Facciamo noi, troviamo delle idee, delle soluzioni, piccole, locali ma sostanziali, efficaci.



E se il lavoro non c'è inventiamocene uno o abbassiamo gli standard, per un po'. La mia cara amica Frighez, stilista di successo e  dotata di creatività da vendere, da un anno non ha lavoro. Così si è rimboccata le maniche ed è andata a fare la commessa per una super boutique a Cortina. Si passerà lì almeno 4 mesi di lavoro non-stop. Nessun giorno di riposo. E' partita qualche giorno fa col sorriso. Non l'ho mai sentita lamentarsi nè far ricadere la colpa della sua situazione su qualcun altro. C'è crisi, è così. E' un gran peccato. Ma lei invece di lagnarsi si ricicla, si abbssa ad un lavoro che non sarebbe il suo, conscia del fatto che non sarà sempre così.

Insomma pensiamo positivo, ma mentre pensiamo impastiamo la pasta per i biscotti.















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