lunedì 3 dicembre 2012

iGATINI e TESLINI

Oggi vi voglio parlare dei miei animali.

Recentemente vi ho fracassato le palle con vicende melodrammatiche sulla medicina.
Io ho questa ottima abitudine, quando conosco gente nuova, di partire sempre dalle sfighe nel raccontarmi. Così l'interlocutore medio si fa due conti una volta arrivato a casa. Ed è ancora in tempo per tagliare la corda e non farsi più vedere.
Vi sembrerà masochistica questa scelta. In verità per me è salvifica. Per un semplice motivo: non sono una super-socievole-subito.
 O meglio, una volta che le persone le conosco rischio anche di affezionarmi. Ma sempre sempre no.
Quello step che sta fra il non conoscere una persona e conoscerla piuttosto bene, quello step che ti fa includere quella persona ancora nella categoria "gente", ecco quello step mi è difficile da gestire. Tanto che al primo impatto è d'uopo che io venga catalogata come snob, altezzosa, antipatica.
Sì insomma, non una con cui riesci a bere quattro rossi uno di seguito all'altro e nel frattempo parlare di cose  cool e spensierate come ci si conoscesse da una diecina d'anni.  Io 'gnafò.
                                             
 
                                                                                                          
 Diciamo che da sola non sto male. Diciamo. Oppure diciamo pochi ma buoni. Oppure diciamo che me la racconto e sono una disadattata.
Poi però c'è il rovescio della medaglia. E se ci conosciamo e andiamo d'accordo è facile che i rossi da quattro si facciano n e le serate si trasformino in un cumulo di risate e versi adolescenziali.
Parentesi. In veneto i versi non hanno nulla a che vedere con la pregiata arte poetica. Con un esempio ci capiamo subito. A scuola due ragazzini fanno schiamazzi e ridacchiano. L'insegnante li apostrofa così: "e allora, la finite di fare tutti questi versi?" Che volete..il veneto c'ha i soldi.

                                                     
Ecco, per una che apre un blog un'introduzione simile non è proprio felice.
Ma io sfaterei il mito che i blogger devono essere politically correct e cordiali ad ogni costo. Neppure HAL9000 è riuscito ad essere bravo ed imparziale. Volete che ci riesca un essere umano, per di più blogger e quindi tendenzialmente un po' narciso? Ma su questo tema farò un post più avanti, ché l'argomento mi solletica da un po'.


                                               
Ehm.. parlavamo di animali, mi pare.
Dunque io ho 4 gatti e 1 cane. Credo che i numeri, in letteratura, vadano scritti in lettere e non in numero -il concetto non fa una piega, già-.
Ecco. Quindi 4 gatti e 1 cane.

 I gatti fanno parte di una branco che è, esso stesso, un'entità. Il branco si chiama iGatini.

                                                 
Nel senso che in casa mia non è raro sentir dire: dov'è iGATINI, cosa fa iGATINI, ha mangiato iGATINI?
iGATINI è poi costituito da (in ordine di arrivo presso la mia mangiatoia):
                                               
Alice, bianca con macchie grigio-nere, detta la sbrinzolona perchè va sempre in giro; quando la fai uscire è capace di tornare dopo 12 ore. Sì lo so, sono gatti e i gatti sono animali autonomi, territoriali, possono allontanarsi da casa anche per giorni, possono non mangiare per giorni.
 Molto bene.
I miei tendono ad essere più casalinghi. Più tatoni. Alice invece si discosta un po' dal branco.

                                                 
Babu, manto grigio certosino sopra e bianco sotto, detta la contessa perchè è davvero signorile ed elegante. Lei mi ha dato un po' di problemi quando ho traslocato. La casa dove sto attualmente non è una villa con giardino d'inverno, ma pensavo che passare da una mansardina di 40 mq senza terrazzo a un appartamento di 80 mq con giardino (sì, ho proprio la casa da famiglia borghese; però non ho i fiori sui balconi e la domenica non cucino il ragù) sarebbe stato un bel regalo anche per loro. Invece lei se l'è tirata proprio come una contessa e si è inventata una dermatite+cistite cronica, curata invano, vista da luminari a suon di 40 euro ogni volta e mai capita. Conclusione: la gatta è stressata.
Ormai dilaga anche tra i veterinari la moda di chiamare tutto ciò di cui non si trova la causa "malattia da stress". Tra un po' a 'ste bestie verranno fuori anche i brufoli dell'adolescenza. Vabbè.
Comunque tra super carezze, un po' di intrugli di medicina naturale e fontanella (quella che ogni 30 minuti ti fa partire l'acqua affinchè, acciocchè il gatto sia più stimolato a bere. Non so se ha funzionato, ma l'atmosfera che crea 'sto continuo rumore d'acqua fa molto massaggiatrice tibetana) se l'è fatta passare e ora Babu ha un pelo da copertina e piscia come i cristiani sani.

Tanuki, così chiamata perchè è tutta bianca ma ha la coda a righe come un procione. E in giapponese il tanuki è proprio un animale simile al procione. Lei è figlia di Alice. Mangerebbe sempre. Ha imparato ad aprirsi l'armadietto dove tengo le crocchette con un'abile mossa di zampa. Ma io l'ho fregata mettendoci il lucchetto.

                                       
Cesare, detto cesarotti. Altro figlio di Alice, nonchè fratello di Tanuki. Bellissimo tigrato. Mordace, con una passione per i tessuti. Mi ha bucato non so quanti maglioni, jeans, federe, tende...Per fortuna ho una sarta di fiducia che mi ha salvato l'80% delle cose, spesso ridando loro vita nuova. Ormai quando mi vede arrivare non mi saluta più, ma mi accoglie con un semplice "gatto?". Sì, sempre lui, il mangiatore di tessuti.

                                             
E poi c'è Tesla, detta Teslini, la mia meravigliosa golden retriever.
Sì, ha il nome di Nikola Tesla, anzi il suo cognome. Adorando io il magnifico scienziato che ha precorso i tempi ed essendo la mia cane, per l'appunto, una femmina, l'unico modo per giustificare cotanta stranezza di scelta sta nel fatto che Tesla finisce per -a.

                                         
Lei non vive sempre con me, ma la divido col mio ex, esattamente come si fa coi figli di separati. D'altronde se abbiamo inserito le malattie da stress per le bestie è ora anche di parlare di animali coi genitori separati, no? Sento già il malcontento di molti. Umanizzare un animale domestico è cosa triste, forse. Ma inevitabile.
Suvvìa, non dico mica di mettergli il cappottino rosa con le paillettes per la passeggiata o di fargli fare il tapis-roulant per il sovrappeso. Dai, siate buoni con me.

                                         
Tesla adora iGatini. Crede lei stessa, forse, di essere uno di loro. Ma iGatini non ricambia l'affetto della cagnona. L'ha identificata come facente parte del nucleo familiare ma vede ancora con diffidenza il suo scodinzolare e il suo modo espansivo di giocare. Quindi ok, ci conosciamo, ci guardiamo ma stiamo lontani almeno 1 metro. Senò parte il soffio, spesso dolcemente accompagnato da ringhio e coda cotonata.

                       _massima distanza consentita da iGATINI_

Giovani, alla prossima. Se siete passati per di qua spero che le mie storie prive di spessore vi abbiano un po' rilassato.

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